Le microplastiche, nanoplastiche e microfibre sintetiche provengono da diverse fonti tra cui: cosmetica, abbigliamento e processi industriali.
Cosa sono microplastiche, nanoplastiche e microfibre sintetiche?
L’EFSA definisce come microplastiche particelle di materiale plastico con dimensioni comprese tra 0,1 micrometri (µm) e 5 millimetri.
Le nanoplastiche hanno dimensioni da 0,001 a 0,1 µm (da 1 a 100 nanometri). Le nanoplastiche a causa delle dimensioni molto ridotte sono impossibili da campionare con le attrezzature oggi a disposizione.
Le microfibre sintetiche o plastiche sono una combinazione di poliestere e poliammide, sottoprodotto del nylon. Hanno struttura filamentosa di diverse dimensioni.
Come ben sappiamo l’uso massivo di plastica ha causato la formazione negli oceani di grandi aree di rifiuti di plastica galleggianti. Sono state trovate, infatti, isole di rifiuti galleggianti grandi quanto la Francia. Questi rifiuti di plastica galleggianti si frammentano in particelle sempre più piccole fino a formare microplastiche e nanoplastiche. Questi prodotti entrano nella catena alimentare giungendo fino al nostro cibo.
Dove troviamo microplastiche e nanoplastiche?
Oggi ormai queste particelle sono entrate nella catena alimentare e si trovano dappertutto:
- Nell’acqua imbottigliata.
- Nell’Acqua del rubinetto.
- Nelle carni.
- Nel latte e derivati.
- Nei molluschi…
- Nel miele in tracce.
- Nella birra in tracce.
- Nel sale da tavola.
- …ed in tantissimi altri alimenti.
Dopo il consumo di alimenti contaminati microplastiche e nanoplastiche possono trasferirsi nei nostri organi ed accumularsi. Ma la cosa sconcertante è che è stato valutato che noi assumiamo circa 5 grammi di frammenti di plastica ogni settimana. Queste quantità arrivano soprattutto dall’acqua che beviamo imbottigliata in plastica. Ad esempio una porzione di cozze (225g) potrebbe contenere sette microgrammi di microplastica.
Inquietante no?
Per me molto, soprattutto perché gli effetti di questi composti sulla nostra salute ancora non sono del tutto noti.
Il ruolo nell’industria tessile: le microfibre sintetiche
Molto tempo fa per vestirci e per le nostre case utilizzavamo fibre naturali come cotone, seta e lino. Oggi purtroppo queste fibre sono state sostituite da microfibre sintetiche. Queste microfibre sintetiche sono fibre molto sottili che danno origine a filati composti da moltissime fibre intrecciate e legate fra loro. Questi composti danno alla superficie del tessuto un aspetto più’ denso ed un colore più brillante ed intenso.
Produrre e lavare questi capi significa immettere nell’ambiente quantità elevate di microfibre in plastica.
Ogni volta che un prodotto tessile sintetico viene lavato, fino a 700.000 fibre microscopiche sono rilasciate nell’acqua.
Queste microfibre non vengono bloccate dai filtri delle lavatrici né dagli impianti di depurazione, ed il loro destino, prima o poi, è quello di finire inevitabilmente in mare ed entrare quindi nella catena alimentare.
Finiscono, infatti, senza ostacoli, prima nei nostri mari dove interferiscono con la vita marina per diventare poi parte integrante della catena alimentare. Ovvio che dopo essere diventati parte integrante della catena alimentare ce li ritroviamo nei nostri piatti quotidianamente.
Il problema principale è che gli effetti delle microplastiche sulla salute sono poco noti, ed una volta entrate nel nostro organismo non possono essere rimosse in alcun modo. L’unico modo per ridurle è non ingerirle, ma come?
Come evitare microfibre, naloplastiche e microplastiche?
Evitarle completamente è quasi impossibile, possiamo limitarne l’assunzione e ridurne la produzione:
- A breve termine di sicuro è necessario eliminare le fonti principali come acqua imbottigliata ed alimenti confezionati in plastica. Queste infatti sono le prime fonti di intossicazione secondo uno studio scientifico.
- Utilizzare acqua in vetro oppure utilizzare filtri per la rimozione di queste particelle. A questo proposito Laica ha messo in commercio caraffe con filtri che rimuovono particelle di alcune dimensioni.
- A lungo termine quello che possiamo fare e ridurre fino ad eliminare l’uso di plastica, di tessuti sintetici, di informarci e di imporci di boicottare prodotti pericolosi alla nostra salute.
- Non utilizzare plastica per conservare alimenti.
- Ridurre al minimo l’uso di abiti in tessuti sintetici.
- Eliminare tessili per la tavola, letto e bagno in fibre sintetiche.
Il nostro consiglio è soprattutto eliminare dalla tua casa tutto ciò che può essere fonte di queste sostanze:
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Stop a indumenti sintetici, l’uso ed il lavaggio inquina l’ambiente e si deposita sulla nostra pelle.
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Stop a tessili per la cucina in fibre non naturali. Questi tessuti entrano in contatto quotidianamente con alimenti, con stoviglie e con la nostre pelle, vengono lavati e rilavati e le fibre si disgregano e si diffondono in continuazione.
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Stop a tessuti scadenti, scegli per te e per i tuoi cari la qualità. E’ meglio avere meno che trasformare la propria casa in una discarica.
Segui la nostra rubrica sui tessuti tossici, parliamo dei problemi che tessuti scadenti possono portare alla nostra salute ed a quella dei nostri cari.
Fonti bibliografiche
- EFSA – Unione Europea – Hollman P – Presence of microplastics and nanoplastics in food, withparticular focus on seafood.
- Rivista Style.it – Microfibre: anche i vestiti inquinano (più della plastica).
- Hu D et Al – Microplastics and nanoplastics: would they affect global biodiversity change?.
- Urbanek AK et Al – Degradation of plastics and plastic-degrading bacteria in cold marine habitats.
- Zheng Y et Al – A review of plastic waste biodegradation.
Elisabetta dice
Davvero inquietante e pericoloso. Ormai la plastica invade ogni ambito della nostra quotidianità e la battaglia per arginarla sembra impossibile da vincere.
Grazie per questo approfondimento e speriamo che il pensare comune si coalizzi per arginare questo problema.
Maria dice
Grazie, articolo utile oltre che interessante! Ad alcune cose, come la scelta dei vestiti, presto già attenzione. Senz’altro cercherò al più presto l’alternativa all’acqua imbottigliata nella plastica!
Anna Rita dice
Articolo molto interessante, personalmente presto particolare attenzione agli abiti che indosso. All’acqua confezionata invece non ho mai badato.
Da piccola andavo a prenderla alla “fontanella”, una sorgente naturale che si trova nel paesino che mi ospita, ma oggi è completamente secca :/